Il 20 maggio la Federazione celebrerà la Giornata Nazionale del Chimico e del Fisico presso il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e Forestale, attraverso un convegno dedicato alla Sicurezza degli alimenti e delle acque. Dopo i saluti istituzionali il primo intervento sarà quello della nostra presidente Nausicaa Orlandi, che parlerà del ruolo di chimici e fisici nella salvaguardia della qualità e sicurezza alimentare.

L’abbiamo intervistata per avere qualche anticipazione e approfondimento in merito, con una particolare attenzione nei confronti dei giovani laureati e del futuro delle loro professioni.

Il 20 maggio torna la Giornata Nazionale del Chimico e del Fisico: quali sono i principali obiettivi di questa edizione e cosa rappresenta oggi questo evento per la comunità scientifica e per le istituzioni?

«La Giornata Nazionale del Chimico e del Fisico è per noi un appuntamento importante, un momento per celebrare le nostre professioni e il contributo che chimici e fisici danno alla società. E’ in onore del chimico e fisico Amedeo Avogadro, ed è il 20 maggio, data in cui nel sistema internazionale delle unità di misura viene definita la mole come il numero di Avogadro di entità elementari. Una costante, quella che porta il suo nome, che ha permesso di misurare la quantità di sostanza».

«Quest’anno, l’evento si svolgerà presso il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare e Forestale, una scelta che non è casuale, perché vogliamo mettere in evidenza il ruolo cruciale di chimici e fisici nel settore agroalimentare».

«Il nostro obiettivo è richiamare l’attenzione sull’importanza della sicurezza alimentare e della qualità delle acque, temi di grande rilevanza per la salute pubblica. Temi sui quali c’è molta attenzione anche tra i consumatori. Vogliamo fornire il nostro contributo e creare un dialogo costruttivo con le istituzioni, perché i nostri professionisti non sono solo presenti nelle imprese come consulenti, ma operano anche come enti di controllo, nei laboratori e all’interno delle stesse istituzioni. La nostra è una presenza capillare e qualificata, che merita di essere valorizzata».

La sicurezza alimentare e la qualità delle acque sono temi centrali dell’incontro: in che modo chimici e fisici contribuiscono concretamente alla tutela della salute pubblica in questi ambiti?

«Chimici e fisici collaborano svolgono un ruolo fondamentale nella tutela della salute pubblica, attraverso attività di controllo, analisi e innovazione tecnologica. La loro collaborazione si traduce in interventi concreti per garantire la sicurezza e la qualità sia degli alimenti che delle acque. Da qui la scelta di affrontare congiuntamente questi due ambiti: l’acqua, infatti, è considerata non solo una risorsa trasversale ma un vero e proprio alimento. L’acqua è parte integrante della catena alimentare, fondamentale nelle lavorazioni, e soggetta a regolamentazioni stringenti. I chimici intervengono nella sua analisi e trattamento mediante sistemi di filtrazione avanzata (ultrafiltrazione, osmosi inversa), fotocatalisi e processi di ossidazione avanzata (AOP) per l’eliminazione di inquinanti emergenti, come i PFAS».

«La chimica gioca un ruolo cruciale nel garantire la qualità e la sicurezza lungo tutta la filiera agroalimentare: dall’analisi di materie prime alla formulazione di coadiuvanti e fertilizzanti tecnologici, passando per il controllo dei prodotti durante la lavorazione e trasformazione e la verifica della qualità del prodotto finito. Un’attività che mira non solo alla sicurezza, ma anche alla prevenzione delle frodi. Temi come la food defense e la food fraud saranno infatti al centro della giornata».

«Ma anche i fisici sono protagonisti in questo contesto: studiano le proprietà fisiche degli alimenti, come la viscosità, la densità, la conducibilità termica — e sviluppano tecnologie di conservazione come la sterilizzazione tramite radiazioni ionizzanti, il congelamento rapido, la pastorizzazione ad alta pressione (HPP) e la liofilizzazione. Inoltre, progettano sistemi di imaging avanzato multispettrale e iperspettrale, sensori per il monitoraggio delle condizioni di crescita delle colture e tecnologie di tracciabilità basate su RFID».

Nel dibattito internazionale su sostenibilità e nuove tecnologie, qual è oggi il ruolo dei chimici e dei fisici italiani? E quali sfide globali li attendono nei prossimi anni?

«I chimici e i fisici italiani sono protagonisti in prima linea nel dibattito globale sulla sostenibilità e nell’applicazione delle nuove tecnologie ai sistemi produttivi. La loro attività si inserisce pienamente nei paradigmi dell’economia circolare, della chimica verde e dell’agricoltura rigenerativa».

«I chimici sono impegnati a ridurre consumi di materie prime e risorse, sprechi alimentari e a prolungare la shelflife degli alimenti garantendone sicurezza e valore nutrizionale. Lavorano allo sviluppo di biopesticidi, fertilizzanti a rilascio controllato, bio-packaging derivato da sottoprodotti agroalimentari e materiali polimerici biodegradabili, all’introduzione di additivi naturali al posto degli artificiali, allo sviluppo di tecnologie analitiche per individuare contaminanti emergenti. Sono anche attivi nello sviluppo di nuovi materiali funzionali (come i nanocompositi) per il confezionamento degli alimenti e per la protezione dalle contaminazioni».

«I fisici, dal canto loro, si occupano di tecnologie di conservazione avanzate, e lavorano su soluzioni innovative come i sensori distribuiti per il monitoraggio delle condizioni ambientali delle colture e la tracciabilità dei prodotti. Inoltre, sono protagonisti nell’applicazione dell’intelligenza artificiale in agricoltura, dall’uso dei droni per il monitoraggio dei campi ai sistemi di gestione intelligente dell’irrigazione».

«Le sfide globali che ci attendono sono molteplici: ridurre l’impatto ambientale delle produzioni agricole e alimentari, evolvere verso una decarbonizzazione dei processi e rispetto degli obiettivi ESG, spingere un uso efficiente di risorse idriche tramite modelli predittivi e irrigazione di precisione,migliorare l’efficienza dei processi, garantire la sicurezza alimentare e delle acque, e allo stesso tempo sostenere la transizione ecologica. A questo si aggiunge la necessità di affrontare nuovi rischi emergenti, tra cui quelli legati al cambiamento climatico, alla sicurezza cibernetica delle infrastrutture alimentari e all’ingegneria dei dati nel food system».

«Ma i nostri professionisti sono pronti a dare il loro contributo».

La Federazione si è distinta negli anni per il suo impegno nella formazione continua e nel dialogo con le istituzioni: quanto è importante oggi investire nella cultura scientifica e nel riconoscimento delle competenze professionali?

«Promuovere la cultura scientifica è un investimento necessario per il futuro del Paese. La Federazione è fortemente impegnata in attività di orientamento per le scuole superiori, nella promozione di eventi divulgativi e nella formazione permanente per i professionisti del settore».

«Oggi più che mai, è fondamentale valorizzare le competenze professionali e definirne con chiarezza i campi ed i confini. Sul piano normativo, rimangono infatti nodi ancora irrisolti: sono passati 7 anni dalla Legge del 11 gennaio 2018 n.3 e non è ancora stato istituito l’esame di Stato per le figure professionali del Fisico e del Fisico junior, e le loro competenze non sono formalmente regolamentate. Il decreto ministeriale del 23 marzo 2018 ha inoltre – di fatto – precluso l’accesso all’Albo ai giovani laureati dopo il 2014 creando un vuoto professionale preoccupante, ma soprattutto la mancanza di certezza per una professione che lo Stato ha fortemente voluto nel 2018».

«Analogo discorso vale per i Chimici, per i quali è stato previsto un aggiornamento delle competenze professionali, non ancora regolamentato nonostante siano trascorsi già 7 anni».

«La Federazione è impegnata in un confronto costante con il Ministero dell’Università e della Ricerca e con il Ministero della Salute, con l’obiettivo di ottenere un decreto che disciplini le attribuzioni professionali del Fisico e Fisico Iunior istituendone l’esame di stato, nonché l’aggiornamento delle competenze professionali dei chimici, come previsto dalla Legge 3/2018».

«In un contesto in cui le competenze STEM sono sempre più richieste dal mercato del lavoro, è essenziale garantire tutele normative, percorsi abilitanti chiari e una valorizzazione piena del merito scientifico».

«Oggi i nostri professionisti e i giovani che vogliono intraprendere questi percorsi sono ancora privi di risposte. Ci auguriamo che questo dialogo con il Legislatore possa raggiungere entro il 2025 i risultati voluti».

Che messaggio vorrebbe lanciare oggi ai giovani chimici e fisici che si affacciano alla professione? E quale visione ha per il futuro della Federazione in un’Italia sempre più orientata alla transizione ecologica e digitale?

«Ai giovani chimici e fisici rivolgo un messaggio di fiducia e responsabilità. Li invito a coltivare la curiosità e la passione scientifica, ad abbracciare il cambiamento e ad esplorare tutte le possibilità che queste discipline offrono. Li invito a restare open- minded, aperti come lo sono le scienze che hanno scelto. Occorre essere pronti a integrare le proprie competenze con strumenti digitali: AI applicata all’analisi chimica, machine learning per la previsione della shelf life, modellazione predittiva per la qualità dell’acqua. È questo l’orizzonte in cui i professionisti si muoveranno nei prossimi anni».

«La chimica e la fisica offrono opportunità professionali in ambiti diversificati: dalle imprese private alle istituzioni pubbliche, dalla ricerca alla consulenza. Sono scienze votate all’innovazione, all’invenzione, alla trasformazione e all’evoluzione, con ampie applicazioni in settori chiave della transizione digitale e ambientale».

«Pensiamo all’intelligenza artificiale, alla chimica verde, alla valutazione del ciclo di vita (Life Cycle Assessment),alla decarbonizzazione, alla dichiarazione ambientale di prodotto (Environmental Product Declaration), alla riduzione degli sprechi e alla tutela dell’ecosistema. I chimici e i fisici sono già operativi oggi in tutti gli ambiti che prevedono la riprogettazione dei processi produttivi con una chiave non solo innovativa, ma anche di miglioramento per quello che riguarda la riduzione degli sprechi e la tutela dell’ambiente, in modo da saper guardare con un’ottica più ampia nell’ambito dell’innovazione».

«Tuttavia, per valorizzare davvero queste competenze, è fondamentale formarsi in modo continuo, mantenere un approccio etico e responsabile, e soprattutto abbracciare pienamente il ruolo professionale, attraverso l’iscrizione all’Albo».

«La Federazione continuerà a sostenere i giovani professionisti, a promuovere la cultura scientifica e a tutelare la professione, in un’Italia che guarda con decisione alla transizione ecologica e digitale. Il nostro impegno è quello di garantire ai chimici e ai fisici il riconoscimento che meritano, accompagnandoli in un percorso di crescita personale e professionale all’altezza delle loro ambizioni».