Il Ministero della Salute ha pubblicato recentemente la relazione sui controlli svolti a livello nazionale per gli alimenti e le bevande nel 2017. La relazione 2017 contiene i risultati delle analisi effettuate dai laboratori del controllo ufficiale e le informazioni relative alle indagini svolte da: Comando Carabinieri per la tutela della salute (NAS), Corpo forestale dello Stato, Ispettorato Centrale Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e del Turismo, Corpo della Guardia di Finanza ed organi dell’Amministrazione finanziaria che lavorano in dogana.

Su un totale di 118.550 verifiche analitici, il tasso di non conformità è pari allo 0,88%. Le non conformità sono principalmente di tipo microbiologico e riguardano soprattutto la carne ed i prodotti lattiero caseari. I dati mostrano, al contempo, la capillarità dei controlli e l’elevato grado di sicurezza alimentare. Il grande lavoro svolto dal Ministero della Salute consente il coordinamento e la realizzazione di controlli capillari.

L’oggetto dei controlli

I controlli riguardano alimenti di origine italiana e straniera destinati ad essere commercializzati in Italia, in Europa o esportati in un paese terzo, e si svolgono in ogni fase della produzione (trasformazione, distribuzione, immagazzinamento, trasporto, commercio e somministrazione).  In particolare: alimenti di origine animale (40%) e vegetale (18%), bevande, altri prodotti alimentari – piatti pronti, snack, confetteria, integratori – (29%), e materiali a contatto con gli alimenti (MOCA) (2%).

I parametri analitici ricercati sono stati i seguenti:

  • Additivi
  • Allergeni
  • Ammine biogene
  • Aromi
  • Contaminanti organici
  • Farmaci veterinari
  • Microrganismi
  • Nutrienti
  • Radioattività e isotopi
  • Residui di pesticidi
  • Tossine

La ricerca delle ammine biogene che mostrano il grado di freschezza, principalmente effettuata nei prodotti ittici, registra il più alto tasso di non conformità (3,47%), seguito dalla presenza di microrganismi sia patogeni che non (1,15%). Per questi ultimi si rilevano soprattutto escherichia coli (51,40%), salmonella (38,2%), listeria monocytogenes (20,41%), stafilococchi (11,44%).

Il sistema di allerta rapido RASFF

L’Italia si conferma nel 2017 il primo Stato membro UE per numero di segnalazioni RASFF inviate alla Commissione europea, con 548 notifiche pari al 14,6% del totale.

Nell’ambito degli alimenti di origine italiana oggetto di notifiche RASFF, aumenta il numero delle irregolarità rispetto agli anni precedenti (178 nel 2017 rispetto ai 105 nel 2016). Tra queste la quota maggiore è rappresentata dalle uova (67), seguono i prodotti della pesca (20), la frutta e i vegetali (17), i cereali e i derivati (16).

L’Italia è molto attiva nelle segnalazioni RASFF. Sul totale notifiche (178), 113 provengono dal nostro paese e hanno riguardato soprattutto la presenza di fipronil nelle uova.

Gli alimenti importati in Italia

La maggior parte degli alimenti di origine non animale importati in Italia dall’estero provengono da Turchia (10.597 partite), Cina (9.634 partite), India (6.819 partite) ed Egitto (6.041 partite). Le principali cause di respingimenti sono la presenza di aflatossine, pesticidi, coloranti, salmonella spp.  Per quanto riguarda i MOCA, invece, i paesi di provenienza che esportano maggiormente in Italia sono Cina, Turchia, Serbia e Svizzera, ed il maggior numero di respingimenti si riscontra per superamento dei limiti nelle prove di migrazione globale e/o specifica (19) e nella cessione di cobalto (10).

 

dott. chim. Daniela Maurizi, Segretario FNCF