In occasione dell’evento RemTech (Remediation Technology) tenutosi a Ferrara in data 18-20 Settembre, il Presidente della Federazione Nazionale degli ordini dei Chimici e dei Fisici Dott.ssa Chim. Nausicaa Orlandi ed il coordinatore scientifico di Remtech Dr. Igor Villani hanno consegnato il premio che garantirà l’iscrizione gratuita per tre anni all’Ordine dei Chimici e dei Fisici nella città dove la laureata risiede o opera per ricordare la figura del professor Francesco Dondi, già professore di Chimica Analitica presso il Dipartimento di Scienze chimiche e farmaceutiche dell’Università di Ferrara e attivo componente del Comitato Scientifico di RemTech, scomparso il 30 ottobre 2015.

 Il Premio “Francesco Dondi”  della FNCF è andato alla Dott.ssa Chim. Camilla Ianigro  per la sua ricerca “Analisi di IPA in aerosol atmosferico mediante separazione SPE su polimeri a stampo molecolare”.

«È un grande orgoglio – ha commentato Nausicaa Orlandi – premiare lavori di elevato spessore scientifico come quello sviluppato da Camilla Ianigro. La Federazione Nazionale  con questo premio vuole infatti valorizzare l’impegno e la dedizione dei giovani che hanno scelto di dedicarsi alla ricerca in ambito chimico».

Fin dall’inizio degli eventi RemTech, che rappresenta in Italia oggi quanto di più avanzato possa offrire il settore delle bonifiche in termini di tecnologie e risanamento del territorio e miglioramento delle condizioni ambientali, la FNCF è stata sponsor di borse di studio da assegnare a giovani laureati.

Il  premio  è stato attribuito  alla  migliore tesi di Laurea Magistrale o di Dottorato, discussa in un periodo compreso tra il 1 aprile 2018 e il 31 marzo 2019  in un’Università italiana, relativa a un tema correlato alla bonifica di siti contaminati. Un’apposita commissione ha valutato le tesi pervenute ed ha premiato quella della Dott.ssa Chim. Camilla Ianigro discussa presso l’Università degli studi di Ferrara, corso di Laurea Magistrale in Scienze Chimiche.

Obiettivo del lavoro di ricerca della Dott.ssa Ianigro è lo studio di procedure di purificazione per analizzare gli Idrocarburi Policiclici Aromatici presenti nel particolato atmosferico (PM). Si tratta di una procedura analitica difficile perché comporta l’analisi di sostanze presenti in tracce in una matrice complessa, quale è il PM, con effetti tossici e cancerogeni sulla salute dell’uomo anche a basse concentrazioni. È perciò necessario riuscire ad isolare gli analiti dagli altri componenti organici del PM che possono interferire nelle analisi GC-MS, tra cui i più abbondanti sono gli alcani. In particolare, la ricerca è stata dedicata alla procedura di Estrazione in Fase Solida, SPE, utilizzando una fase stazionaria innovativa costituita da polimeri a stampo molecolare (Molecurarly Imprinted Polymers, MIPs) selettivi nei confronti di IPA con 4 o più anelli benzenici. Lo studio è stato condotto su soluzioni standard di IPA (3 ng/μL) e di n-alcani (3 ng/μL) e su filtri reali di campioni di PM2.5 raccolti nel periodo invernale (Dicembre 2017-Febbraio 2018) nel sito urbano di Bologna. I risultati ottenuti confermano la selettività della fase MIP nei confronti degli IPA di interesse in quanto si ottengono ottime rese di estrazione (82-91%) per gli IPA pesanti dal Flourantene al Benzo(ghi)perilene e rese più ridotte (5-55%) per gli quelli più leggeri quali Fluorene, Fenantrene e Antracene, inoltre mostrano una grande capacità di purificazione nei confronti delle interferenze dovute agli n-alcani.

La parte finale del lavoro è stata dedicata al confronto della tecnica SPE con la procedura di Microestrazione in Fase Solida, SPME, la quale consente l’estrazione e la purificazione degli analiti senza l’utilizzo di solvente, in un unico step. Le analisi sono state eseguite utilizzando una fibra in poliacrilato poiché studi precedenti hanno dimostrato che questa fibra consente di diminuire selettivamente l’estrazione degli alcani e di pre-concentrare di circa 30 volte gli analiti rispetto al contenuto della soluzione iniziale. Questo costituisce il grande vantaggio della tecnica perché consente di aumentare la sensibilità dell’analisi, come richiesto per la determinazione di inquinanti in tracce. Allo stesso tempo però dai risultati emerge il grande limite di questa tecnica in quanto a causa della ridotta selettività di estrazione gli n-alcani non vengono eliminati dal campione.

Sulla base dei risultati ottenuti si può pertanto concludere che utilizzando i dispositivi attualmente presenti sul mercato, entrambe le procedure, SPE con fase MIP e SPME con fibra in poliacrilato, sono adatte all’analisi di Idrocarburi Policiclici Aromatici nel particolato atmosferico, in quanto presentano vantaggi diversi e complementari: alta selettività per SPE-MIP, poiché elimina le interferenze dovute agli n-alcani, alta sensibilità per SPME, poiché pre-concentra di 30 volte gli analiti.

 

Dott. Chim. Mauro Bocciarelli

Consigliere FNCF