Con l’arrivo del caldo e della bella stagione, in tutti noi si risveglia il desiderio di attività all’aperto e di sport. Oltre a rimetterci in forma e a perdere peso perdiamo, attraverso il sudore, anche importanti quantità di potassio. Si parla molto delle virtù salutari del cugino magnesio, ma poco dell’estrema importanza di questo elemento, considerato uno dei più potenti riequilibratori del bilanciamento idrico dell’organismo a livello cellulare. Come possiamo reintegrarlo? Il potassio è un sale minerale presente in concentrazione più o meno elevata in praticamente tutti i cibi e le bevande, acqua naturale inclusa. In linea di massima, non si considera tanto l’apporto nell’alimentazione generale, ma la relazione con il sodio. Per questo motivo è essenziale non solo conoscere quali cibi sono ricchi di potassio, ma anche quelli che hanno un rapporto favorevole tra i due microelementi.
Frutta e verdura fresca sono ricche di potassio e davvero povere di sodio, ma tra tutti ecco quali è meglio scegliere: banane, albicocche, agrumi, fichi, prugne, uva, kiwi, pomodori, verdure a foglia verde, asparagi, broccoli, carciofi, cavoli, spinaci, indivia, rucola, lattuga, patate, soia e legumi, pesce, cereali integrali, carne di pollo, frutta a guscio come pistacchi, mandorle, arachidi, noci e nocciole.
Tre porzioni di frutta e due di verdura al giorno sono sufficienti per assicurare il giusto apporto di questo minerale, ma la dieta può essere eventualmente coadiuvata da integratori specifici da assumere per via orale.

Spostiamoci dalla tavola per conoscere un po’ meglio il potassio da un punto di vista chimico. Questo elemento ha numero atomico 19 e appartiene al gruppo dei metalli alcalini. Il suo simbolo è K e deriva dall’iniziale del termine in latino medioevale “kalium”, che significa “alcalino”. È un metallo bianco-argenteo, tenero, malleabile e molto reattivo a contatto con l’acqua. È impressa nella mente di tutti i Chimici la tipica colorazione lilla del saggio alla fiamma utilizzando sali di potassio su filo di platino. In natura si può trovare combinato con altri elementi, sia nel mare che in diversi minerali. Appena tagliato, si ossida sensibilmente a contatto con l’aria, formando ossido e perfino superossido. A causa della sua elevata reattività, viene mantenuto in cubetti o bastoncini immersi in olio, grasso, petrolio o cherosene, poiché in questi soggetti è inerte. Reagisce molto bene con gli alogeni, lo zolfo fuso, il fosforo e gli acidi forti. Meno violentemente reagisce con il monossido di carbonio e con l’ammoniaca. È sufficientemente leggero da galleggiare sull’acqua, con la quale reagisce istantaneamente per produrre idrogeno, sebbene sia opportuno utilizzare le dovute protezioni e cautele per evitare che si infiammi.

Avete mai sentito parlare di idrossido di potassio? Meglio conosciuto come potassa caustica si presenta, puro, come una sostanza bianca, quasi cristallina. Viene spesso usato come regolatore del pH, per la saponificazione e per la pulizia. Il sapone formato utilizzando questo prodotto risulterà più morbido, quasi liquido. Esso può inoltre essere usato come elettrolita nelle batterie alcaline e come antischiumogeno nella produzione di cosmetici.

Per chiudere l’argomento potassio, non c’è niente di meglio di una nota… di colore: forse non tutti sanno che il pigmento giallo brillante, sintetizzato circa a metà del XIX secolo e noto come “giallo di cobalto” o “aureolina”, in realtà è costituito da cobalnitrito di potassio monoidrato. Non consente di ottenere film molto coprenti e per tale motivo è talvolta impiegato nelle velature.