Il Ministero della Salute, di concerto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’Istituto Superiore di Sanità, l’AGENAS e l’AIFA, ha approvato il documento “Vaccinazione anti SARS-CoV-2/Covid 19 – Piano strategico”, consultabile al seguente link
Nel documento vengono identificate determinate categorie da vaccinare in via prioritaria nelle fasi iniziali, ovvero così come riportato:
- operatori sanitari e sociosanitari: gli operatori sanitari e sociosanitari “in prima linea”, sia pubblici sia privati accreditati, hanno un rischio più elevato di essere esposti all’infezione da COVID-19 e di trasmetterla a pazienti suscettibili e vulnerabili in contesti sanitari e sociali. Inoltre, è riconosciuto che la vaccinazione degli operatori sanitari e sociosanitari in prima linea aiuterà a mantenere la resilienza del servizio sanitario. La priorità di vaccinazione di questa categoria è supportata anche dal principio di reciprocità, indicato dal framework di valori SAGE e rappresenta quindi una priorità assoluta.
- Residenti e personale dei presidi residenziali per anziani. Un’elevata percentuale di residenze sanitarie assistenziali (RSA) è stata gravemente colpita dal COVID-19. I residenti di tali strutture sono ad alto rischio di malattia grave a causa dell’età avanzata, la presenza di molteplici comorbidità, e la necessità di assistenza per alimentarsi e per le altre attività quotidiane. Pertanto, sia la popolazione istituzionalizzata che il personale dei presidi residenziali per anziani devono essere considerati ad elevata priorità per la vaccinazione.
- Persone di età avanzata. Un programma vaccinale basato sull’età è generalmente più facile da attuare e consente di ottenere una maggiore copertura vaccinale. È anche evidente che un programma basato sull’età aumenti la copertura anche nelle persone con fattori di rischio clinici, visto che la prevalenza di comorbidità aumenta con l’età. Pertanto, fintanto che un vaccino disponibile sia sicuro e efficace nelle persone di età avanzata, considerata l’elevata probabilità di sviluppare una malattia grave e il conseguente ricorso a ricoveri in terapia intensiva o sub-intensiva, questo gruppo di popolazione dovrebbe rappresentare una priorità assoluta per la vaccinazione. Le priorità potrebbero cambiare sostanzialmente se i primi vaccini disponibili non fossero considerati efficaci per gli anziani.
Gli operatori sanitari interessati dalla prima campagna di vaccinazione, dunque, sono solo quelli che operano in contesti sanitari pubblici o privati quali ospedali, case di cura, ecc.. Tra questi operatori sanitari è evidente che sono presenti i Chimici ed i Fisici che operano in tali contesti.
Naturalmente si tratta della fase iniziale dove la disponibilità dei vaccini è limitata e dunque viene data priorità a categorie più facilmente esposte al contagio oltre a quelle con maggiore fragilità.