Parlando di cambiamenti climatici è possibile imbattersi in qualsiasi notizia, sia di carattere scientifico che non. Compito arduo di noi scienziati è sicuramente decifrare in maniera congruente e corretta i dati che provengono dalle misurazioni ambientali e fornire possibili soluzioni e risvolti per far si che l’impatto antropico sul pianeta sia meno dannoso possibile.

Cosa sappiamo dei cambiamenti climatici?

La comunità scientifica è unanime nel ritenere che sia in corso una fase particolare della storia climatica del nostro pianeta, in cui è in atto un riscaldamento globale che procede a velocità mai registrata prima. Secondo la NASA, il riscaldamento globale causato dall’emissione di gas serra è sei volte maggiore del raffreddamento che il minimo dell’attività solare al quale ci stiamo avvicinando produrrebbe sulla Terra per decenni.

Cosa non sappiamo dei cambiamenti climatici?

Gli attuali cambiamenti climatici hanno natura antropica e dunque il futuro non è chiaramente prevedibile perché dipende dalle scelte economiche e sociali che si faranno a livello mondiale nei prossimi anni.

 

Da qui la grande responsabilità di individuare le strade percorribili, giuste da seguire.

 

Lo studio del riscaldamento globale proviene da molteplici tipologie di dati analizzati e tra questi le montagne rappresentano un indicatore naturale dello stato di salute del pianeta e un importante segnale sentinella in quanto esse rispondono in maniera amplificata all’aumento della temperatura. Negli ultimi anni è stato osservato che in montagna le temperature sono aumentate con un tasso circa doppio rispetto alla media su tutto il globo e i cambiamenti del manto nevoso sembrano essere tra i principali meccanismi che concorrono a determinare questo fenomeno.

Un’atmosfera più calda è in grado di trattenere più vapore acqueo e nelle regioni di alta quota il vapore acqueo tende a condensarsi formando delle nubi che amplificano l’effetto serra e quindi il riscaldamento della superficie.

Inoltre la presenza di areosol atmosferico nella bassa atmosfera delle aree montane impedisce parzialmente alla radiazione solare incidente di raggiungere la superficie terrestre e causa un ulteriore riscaldamento locale dell’atmosfera alle quote più elevate e quindi aumenta la differenza tra nel tasso basse e alte quote, provocando anche una fusione anticipata delle neve.

Se la neve si scioglie prima, l’ecosistema montano (ad esempio il tempo di fioritura delle erbe alpine o il letargo degli animali) subisce una variazione notevole. La durata della copertura nevosa riveste un ruolo fondamentale: la neve determina le portate dei fiumi durante il disgelo primaverile e spesso garantisce un deflusso minimo dei corsi d’acqua anche durante i caldi e siccitosi periodi estivi.

Ma l’espansione della vegetazione negli ambienti di montagna è già una realtà. Negli ultimi decenni varie piante sono “emigrate” e si sono stabilite in nuove aree, con l’arretramento dei ghiacciai e l’aumento della stagione libera dalla neve.

L’ obiettivo dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile riguardante la lotta ai cambiamenti climatici prevede una riduzione del 20 % delle emissioni di gas serra rispetto ai livelli del 1990. Per realizzare questo obiettivo i Governi delle Nazioni Unite hanno promosso un sistema per lo scambio di quote di gas a effetto serra (ETS)  e hanno definito singoli obiettivi nazionali per le emissioni in settori non contemplati da tale sistema. Si tratta di uno  strumento essenziale per ridurre in maniera economicamente efficiente le emissioni da parte dei maggiori impianti emettitori. Allo stesso tempo, sono state adottate normative per promuovere l’utilizzo di energie rinnovabili al fine di migliorare l’efficienza energetica.

Il ruolo degli scienziati, Chimici e Fisici inclusi, è duplice: da un lato sensibilizzare con informazioni corrette l’opinione pubblica, dall’altro individuare strategie concrete e soluzioni alternative che consentano l’attuazione di una serie di misure che potranno guidarci sulla “strada giusta da percorrere”.

 

Dott.ssa Fis. Erica Martinucci