Se state pensando a Siracusa come una città votata al turismo e all’accoglienza non siete lontani dalla realtà. Ma pensare soltanto a questo sarebbe come fare un torto ai numerosi imprenditori e tecnici che, con appassionata dedizione, portano avanti e gestiscono gli insediamenti industriali nella nostra provincia.

E di industrie non ce ne sono poche, c’è per esempio una realtà che recentemente è balzata all’attenzione delle cronache perché dichiarata azienda strategica dal Governo, per la sua produzione di carburanti per l’autotrazione, c’è poi un’azienda Algerina, nonché aziende multinazionali. Inoltre esiste un indotto importante che assicura la manutenzione dei sistemi elettromeccanici ed elettronici.
Naturalmente la decarbonizzazione passa anche attraverso lo sviluppo del processo di Fisher-Tropsch di cui mi sono occupato in un altro mio recente lavoro. Qui l’impegno congiunto di aziende e mondo della ricerca prosegue con vigore e i risultati non stanno tardando, dato che il piano di aggiornamento degli impianti sta andando avanti di pari passo con l’assunzione di nuovo personale, perlopiù giovani diplomati e laureati, formati nelle scuole della nostra provincia.

Inoltre le recenti dichiarazioni del capo del Governo, Giorgia Meloni, fanno sperare che presto la Sicilia diventerà un HUB energetico in grado di convogliare il gas naturale algerino, e un domani anche quello libico, sulla nostra isola per poi collegarlo prima alla rete nazionale e poi a quella europea del metano, contribuendo in maniera significativa a svincolare l’Europa dalla dipendenza energetica russa.
La possibilità poi che in un futuro prossimo si possa produrre idrogeno mediante le rinnovabili in Africa per poi portarlo nella nostra isola, rende quanto mai attuale il progetto a Carlentini di una nota azienda che ha avviato un percorso che persegue proprio l’impiego di risorse rinnovabili, focalizzato nel territorio e tradotto in un sistema per lo stoccaggio di grandi quantità di idrogeno.

In poche parole sia per la produzione di combustibili tradizionali sia per la produzione di combustibili verdi la provincia di Siracusa potrebbe diventare strategica per il processo di decarbonizzazione che a grandi passi sostituirà presto le tecnologie basate esclusivamente sui combustibili fossili. Naturalmente tutto questo deve essere accompagnato da uno snellimento delle procedure autorizzative e da una riduzione del numero degli enti di controllo. Tanto per citarne una, per il rigassificatore di Piombino anche la Soprintendenza ha voluto dire la sua prescrivendo di verniciarlo di blu (diminuisce l’impatto visivo).

Vanno avanti anche i progetti per la creazione di importanti infrastrutture nei porti. Proprio a Siracusa è di questi giorni la notizia che stanno per partire i bandi per l’elettrificazione delle banchine dove ormeggiano anche le grandi navi da crociera. È noto infatti che queste navi sono estremamente energivore e di solito, proprio per questo motivo, non fermano mai le macchine.
Il dipartimento per l’energia della Regione Sicilia, quindi ha ricevuto un finanziamento di 18 milioni di euro per l’elettrificazione delle aree portuali di Siracusa, in modo da permettere l’allaccio delle navi sia grandi che piccole direttamente alla rete elettrica nazionale. Così si pensa di abbattere l’inquinamento causato dai traffici navali.
Saranno realizzate due prese nella banchina per le navi da crociera e altre infrastrutture per un impianto fotovoltaico e per il noleggio di biciclette elettriche. Un altro milione e mezzo di euro è stato destinato al porto di Gela per un intervento, anche questo del tipo “cold ironing” nella banchina di “levante” per le navi cisterna. In totale quindi il finanziamento è di 19,5 milioni di euro.

Tuttavia non posso non notare il fatto che l’approvvigionamento energetico dell’Italia e dell’Europa non può passare solo attraverso i metanodotti, dico questo per la facilità con cui queste infrastrutture possono essere sabotate, ricordiamo il Nord Stream 2.
Per questo motivo sarebbe utile rivedere il vecchio progetto per la realizzazione del rigassificatore di Augusta. La sua realizzazione, potrebbe mettere in sicurezza le forniture energetiche nazionali, nel breve periodo, anche quando quello di Piombino, che ancora non c’è o quello di Panigallia, dovessero subire una fermata.
Tra le altre cose Augusta è più vicina ai porti del nord Africa e al Canale di Suez di quanto non lo siano i porti del nord Italia e in più si trova al centro del Mediterraneo.

 

Dott. Chim. Paolo Emanuele