La chimica degli alimenti o bromatologia si occupa della caratterizzazione qualitativa e quantitativa dei nutrienti, delle trasformazioni biochimiche a cui vanno incontro gli elementi e dei metodi di condizionamento e conservazione degli alimenti. Oggi i chimici che operano in questo settore sono concentrati soprattutto sul problema della contaminazione chimica e biologica dei cibi e studiano nuove strategie per contrastare o ridurre i rischi associati alle esposizioni contaminanti.

 

Un ruolo di primo piano in materia di igiene dei prodotti alimentari è giocato dalla catena del freddo, che riguarda il mantenimento di prodotti freddi e surgelati a una temperatura costante. Questo processo garantisce che il prodotto arrivi integro al momento dell’acquisto da parte del consumatore finale senza compromettere le sue proprietà nutritive, gli standard igienici e la sicurezza alimentare.

 

Quando si parla di alimenti è fondamentale anche la filiera agroalimentare: ovvero l’insieme delle fasi attraverso cui un prodotto passa per arrivare dal campo alla tavola. Ogni alimento ha una sua filiera, che può essere vista come la storia del suo percorso. Una “storia” sempre interessante da conoscere, soprattutto durante le feste quando si compra più cibo del solito. Anche se quest’anno, secondo ASSOUTENTI, imbandire le tavole costerà agli italiani, a parità di consumi, 340 milioni di euro in più. E già tre famiglie su dieci sono pronte a tagliare la spesa legata alle feste. Lo studio evidenzia che, rispetto allo scorso Natale, si spenderà il 10,5% in più per la carne, il 10% in più per il pesce, il 21,6% in più per le uova, il 41,7% in più per il burro, il 49% per lo zucchero, il 15,2% in più per la verdura e il 15,5% in più per l’acqua minerale.
Con il prezzo del vino aumentato del 6%, quello dei liquori del 5,3% e quello della birra del 10,3%… anche brindare costerà di più. Rincari che, come anticipato, faranno salire di circa 340 milioni di euro la spesa per pranzo e cenone di Natale, portando il costo complessivo a superare i 2,8 miliardi di euro.

 

Oltre a questa preoccupante novità, sotto le feste faremo i conti con due “tradizioni” di cui il pianeta farebbe volentieri a meno: l’aumento di rifiuti prodotti, anche per lo scambio di regali con i vari imballaggi di carta, cartone e plastica e i tantissimi sprechi alimentari. Quest’ultimo è un aspetto che deve far riflettere perché nel mondo sono ancora troppe le persone che patiscono la fame o soffrono di malnutrizione.

 

Sconfiggere la fame è infatti il secondo obiettivo dell’Agenda 2030, il programma per lo sviluppo sostenibile sottoscritto dai Paesi membri dell’ONU nel 2015. Una sfida che si può vincere se c’è la collaborazione e l’impegno di tutti, magari partendo proprio dalla cucina di casa.

 

E per la produzione incontrollata di rifiuti durante questo periodo? Sono tante le soluzioni che si possono adottare, come scegliere di fare la spesa in negozi che vendono prodotti sfusi e imparando a riutilizzare i contenitori. Oppure sfruttare un albero di Natale usato o magari addobbare con luci e palline una pianta che è già in casa. E per incartare i regali? Vecchi disegni, spartiti musicali, giornali e fumetti vanno benissimo. Perché alla magia del Natale, è bello e doveroso aggiungere un po’ di fantasia.