Da chimico un giorno avevo il potere di sposar gli elementi e di farli reagire…” così recita “Un Chimico”, canzone di Fabrizio De Andrè, ma non tutti i Chimici si occupano di reazioni chimiche o di sintesi organica.

Come nel mio caso.

Laureato in Chimica Industriale presso l’Università La Sapienza di Roma, non tardarono ad arrivare le prime proposte di lavoro da parte di importanti multinazionali del settore chimico mentre assolvevo agli obblighi di leva.

La richiesta di un Chimico “milite esente” mi precluse l’opportunità di trovare occupazione come chimico industriale.

Qualche anno dopo ero responsabile di un Laboratorio enologico a San Severo in Puglia per il rilascio della certificazione dei vini destinati al Commercio interno e all’Esportazione, come dipendente dell’Istituto Sperimentale di Asti.

Questo lavoro, dopo pochi anni, mi diede l’opportunità di entrare nei ruoli dell’attuale CREA – Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria – uno dei più importanti Centri italiani di Ricerca in Agricoltura.

Come Chimico industriale, certo ho dovuto mettere da parte gli impianti industriali, la sintesi dell’ammoniaca o il cracking catalitico e perfezionarmi in chimica applicata all’agricoltura, in particolare prima nel settore vitivinicolo e successivamente in quello cerealicolo, con grandi soddisfazioni e gratifiche di lavorare nell’ambito della ricerca.

Come nella mia personale esperienza, un Chimico inserito in un Ente di Ricerca, nello specifico il CREA di Roma, può sviluppare la sua professionalità sia nel ruolo di Ricercatore sia di Tecnologo, formulando proposte di Progetti di ricerca o collaborando nella realizzazione di attività sperimentali in cui è indispensabile indagare su campioni rivenienti dalle prove in corso, mediante determinazione analitiche finalizzate alla verifica dei risultati.

Solo un Chimico ha le competenze scientifiche in analisi strumentali HPLC, GC, MS, ICP, AAS ecc. tali da poter supportare un gruppo di lavoro impegnato in linee di ricerca per le quali l’indagine analitica è fondamentale.

Alcune collaborazioni mi hanno visto impegnato in linee di ricerca su:

  • Miglioramento e valorizzazione dei vini ottenuti da uve autoctone dell’Italia meridionale attraverso lo studio ed il controllo delle variabili critiche che ne determinano la tipicità sensoriale.
  • Studio della qualità delle uve e dei vini del Sud d’Italia e ricerca delle metodiche e procedure appropriate per l’ottimizzazione della presenza di metaboliti importanti per la salute e le proprietà sensoriali.
  • Studio dei contaminanti micotici e delle cause che portano alla presenza dell’ocratossina A nelle uve e nei vini.
  • Sviluppo di processi, di prodotti alimentari innovativi mediante soluzioni biotecnologiche, impiantistiche e tecnologiche.
  • Miglioramento della sostenibilità ed efficienza dell’attività viticola sviluppando sistemi di produzione e trasformazione di foglie di vite da destinarsi all’alimentazione umana
  • Caratterizzazione dei cereali sotto il profilo qualitativo, nutrizionale, nutraceutico, allergenico.
  • Sviluppo di un protocollo di produzione di birra agricola pugliese con una forte identità territoriale mediante l’impiego di cereali tradizionali, di luppolo da luppoleti locali, di lieviti autoprodotti per un prodotto di nicchia e di elevata qualità.

In definitiva, un Chimico con le sue competenze scientifiche può contribuire nel settore agricoltura agli studi per la trasformazione delle materie prime, per la conservazione dei prodotti, per l’utilizzo dei sottoprodotti, per la tracciabilità, per la sicurezza alimentare, per la conservazione e la valorizzazione dell’agro-biodiversità al pari di altre figure professionali.

 

Dott. Chim. Michele Savino

Iscritto OCF Foggia