Il mondo della scienza non smette mai di evolversi e mutare. Lo stesso fanno i corsi di laurea che spesso sono all’origine di queste nuove tendenze e anticipano le richieste di aziende, istituti di ricerca, start-up ed enti pubblici o privati.

Secondo un recente report dell’ANPAL (Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine 2023-2027), durante i prossimi cinque anni il bisogno di specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche e fisiche ammonterà a 49.000 unità: una cifra considerevole, a cui si aggiungono poi altre professioni tecniche in campo scientifico di diversa entità.

Secondo un’indagine Deloitte di Marzo 2024, il 62% degli studenti STEM proviene dal liceo scientifico, il 17% da istituti tecnici o tecnologici e, in misura minore, da istituti economici e professionali (4%). Solo il 13% proviene da una formazione umanistica. Tra i fattori che ostacolano l’avvicinamento alle STEM, c’è la percezione di queste discipline come difficili e complesse. Un giudizio espresso dal 21% degli studenti, che aumenta al 25% tra gli universitari di altre facoltà.

Attualmente i laureati in questi campi sono tra le figure più ricercate dalle aziende. La percentuale relativa alla domanda di tali profili professionali è del 49%. Queste lauree consentono di accedere a numerosissime opportunità lavorative e di ricoprire un’enorme quantità di ruoli. In particolare, i dati Alma Laurea del 2023 rivelano che il 90% dei laureati STEM (uomini e donne) trova impiego entro cinque anni dal conseguimento del titolo, a differenza della media italiana relativa agli altri corsi che si attesta sull’85%.

Insieme alle conoscenze teoriche acquisibili nei percorsi d’istruzione, l’applicazione pratica del sapere, oltre che dai giovani lavoratori, è ritenuta cruciale anche dalle aziende. La maggioranza delle imprese dichiara infatti che l’aver maturato esperienza sul campo, parallelamente al perseguimento di un percorso di studi in ambito tecnico-scientifico, rappresenti un elemento chiave per il completamento di un profilo d’interesse.

In particolare, per l’ambito tecnico-scientifico, le aziende vedono proprio nel collegamento con le università il principale canale per individuare e acquisire i migliori talenti. Molte imprese e start-up attivano tirocini o progetti di ricerca in partnership con università o istituti di ricerca italiani e stranieri.

Non solo: la maggior parte delle imprese riconosce il potenziale di un mix tra competenze umanistiche e scientifiche, sia per raggiungere obiettivi aziendali sia per risolvere le grandi sfide del prossimo futuro.

In particolare, l’evoluzione tecnologica richiederà un’integrazione sempre più intensa fra discipline tecnico-scientifiche e materie umanistiche.

Competenze e abilità umane, unite alle potenzialità dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie di automazione sono fondamentali per affrontare al meglio le future sfide sociali e ambientali. I nuovi talenti con una formazione tecnico-scientifica e conoscenze trasversali sono avvisati: il futuro ha bisogno di loro.