Sostenibilità ed economia circolare sono termini entrati, da qualche anno, nel linguaggio comune quale conseguenza della consapevolezza di un conflitto crescente fra sviluppo economico e rispetto dell’ambiente.

I primi sintomi di questo disagio, però, risalgono già alla fine del secolo diciannovesimo, agli albori delle rivoluzioni industriali. Pur non avendo definito chiaramente nei suoi contorni i concetti di ambiente e inquinamento, i primi pionieri della sostenibilità si erano accorti che l’innovazione tecnologica aveva in qualche modo intaccato un meccanismo rimasto immutato per millenni. Lo sfruttamento di materie prime e la loro trasformazione in prodotti, con effetti dannosi, aveva interrotto un meccanismo circolare di restituzione al pianeta di quanto sottratto. Il concetto di contaminazione dell’ambiente è più recente e solo negli ultimi quarant’anni è nata la chimica dell’ambiente come la conosciamo. L’uomo, attraverso le sue capacità, ha iniziato sistematicamente a depauperare il pianeta e a non restituire più nulla in cambio, lasciando una quantità di sostanze dannose per l’ambiente come rifiuti.

Dal desiderio di ricostruire un’economia circolare, ovvero dove le produzioni imitano la natura nel suo ciclo di trasformazione, e dall’acquisita consapevolezza che il nostro pianeta non dispone di risorse infinite, le nuove frontiere sull’argomento richiedono maggiore attenzione in tema di progettazione, ovvero il prodotto deve essere concepito in ogni dettaglio della sua vita e soprattutto quando il prodotto ha terminato la sua funzione di utilizzo. Una buona progettazione, quindi, pone al centro i principi dell’economia circolare, che, in definitiva, rappresenta anche una necessità, in quanto il pianeta non dispone di risorse illimitate.

L’Unione Europea da alcuni anni indica le vie per arrivare a un progressivo contenimento nella produzione di rifiuti, in modo da evitare accumuli di sostanze difficili da smaltire, e ha introdotto nella Progettazione Finanziata l’obbligo di uno studio a priori dell’intero ciclo produttivo, in modo che sia sostenibile.

Con la metodologia Life Cycle Assessment è possibile valutare l’impatto ambientale del prodotto attraverso il suo ciclo di vita, considerando l’estrazione e fornitura delle materie prime, la produzione, la distribuzione, l’utilizzo del prodotto, da parte del Consumatore finale, e infine quale debba essere il suo destino, definendo chiaramente il suo fine vita, ovvero recupero o riciclaggio.
La logica della LCA si basa su un’ottica di sistema, che consente di avere una visione olistica della complessità della filiera, a monte e a valle del processo di produzione. Lo scopo è di individuare le criticità nell’intero ciclo di vita del prodotto e realizzare soluzioni volte al risparmio e al recupero di energia e materiali.

Alla base dell’Eco design vi è la scelta di materiali ecosostenibili, riutilizzabili o riciclabili, biodegradabili e a basso impatto ambientale. La progettazione sostenibile deve utilizzare le materie prime, eventualmente già riciclate, in modo efficiente, al fine di minimizzare qualsiasi spreco e la conseguente quantità di rifiuti prodotta.
Fanno da corollario altre attività quali il consumo di energia, le emissioni, l’impatto climatico e l’impatto sulla biodiversità.

Unendo un’altra tecnica, con il Design of Experiments è possibile progettare la qualità dei processi e dei prodotti, in modo da garantire le condizioni di processo ottimali, in perfetto accordo con i principi di economia circolare. Attraverso il processo di progettazione robusta, è possibile trovare le migliori condizioni di esercizio che tengano conto anche dell’influenza di variabili misurabili, ma non controllabili, con l’ausilio di strumenti innovativi quali Internet of Things o l’Intelligenza Artificiale.

Vale la pena ricordare il nuovo piano d’azione per l’economia circolare, nell’ambito del Green Deal europeo.
Il nuovo piano d’azione per l’economia circolare, che ha come obbiettivo principale costruire insieme un’Europa più pulita e competitiva, è stato pubblicato nel marzo 2020 e costituisce uno dei pilastri del Green Deal europeo, il nuovo programma dell’UE per la crescita sostenibile. Il piano annuncia iniziative nel corso dell’intero ciclo di vita dei prodotti, incentrandosi, ad esempio, sulla loro progettazione, promuovendo il processo dell’economia circolare e i consumi sostenibili e mirando a garantire che le risorse utilizzate restino nell’economia dell’UE il più a lungo possibile.
In quest’ottica, il Parlamento Europeo ha ripetutamente auspicato una nuova agenda per la futura crescita europea, incentrata sull’efficienza delle risorse, che richiederebbe alcuni cambiamenti radicali nei nostri modelli di produzione e di consumo. Un’impostazione basata sull’intero ciclo di vita dovrebbe migliorare l’utilizzo dei materiali secondari e creare gli opportuni incentivi economici per evitare la produzione di rifiuti e favorirne il riutilizzo.

È necessario, quindi, uno sforzo complessivo per mettere in pratica un ambizioso nuovo piano d’azione per l’economia circolare, che sia rivolta a ridurre l’impronta globale in termini di ambiente e risorse della produzione e del consumo dell’UE.
È altrettanto necessario fornire, allo stesso tempo, incentivi interessanti per l’innovazione, per le imprese sostenibili e per i mercati dei prodotti a impatto climatico zero e i prodotti circolari non tossici. Il piano deve anche favorire forti sinergie tra l’azione per il clima e l’economia circolare, in particolare nei settori dell’energia e delle industrie dove l’intensità di carbonio è ancora sensibile, e chiede l’istituzione di un obiettivo a livello dell’UE per l’efficienza nell’uso delle risorse.

Per concludere, finalmente ci siamo resi conto che i modelli presenti e passati di sfruttamento delle risorse hanno causato livelli elevati di inquinamento, degrado ambientale e impoverimento delle risorse naturali. La tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse e il pacchetto sull’economia circolare dovrebbero modificare tale tendenza, trasformando l’economia dell’UE in un’economia sostenibile entro il 2050.
Nell’ambito del Green Deal europeo, il nuovo piano d’azione per l’economia circolare stabilisce un programma orientato al futuro per costruire un’UE più pulita e competitiva e che contribuisca pienamente alla neutralità climatica.

Considerato che tutto ciò che l’uomo ha progettato e costruito finora è una creazione della sua mente, è veramente possibile immaginare un nuovo modo di realizzare un’economia, anche grazie agli ultimi sviluppi della tecnologia, che sia circolare nel pieno senso del termine e che tragga ispirazione dalla nostra stessa fonte di vita: la Natura.

 

 

Dott. Chim. Renato Tomasso