Qual è il ruolo del Chimico cosmetologo?

La scienza e la tecnologia cosmetica di oggi si interfacciano con molti campi della ricerca e dell’industria moderna. Se l’arte del fomulare nuovi prodotti richiede una solida base di competenze chimiche, questa cultura deve essere integrata, innanzitutto con quella dermatologica (i cosmetici si applicano sulla cute e i suoi annessi e devono rispettare adeguatamente il suo eco-sistema e proteggerlo) e quella microbiologica (molti cosmetici contengono acqua e devono essere opportunamente preservati dalle contaminazioni microbiche prima e durante le fasi di impiego). La cosmetica è un settore in cui non si inducono volontariamente reazioni chimiche tra sostanze (a parte la saponificazione degli acidi grassi) ma possono avvenire una serie di lente trasformazioni chimico-fisiche (idrolisi, ossidazione, transesterificazione) largamente imprevedibili, che possono alterare le caratteristiche sensoriali e di sicurezza delle formulazioni durante la loro vita di scaffale. Tale imprevedibilità è insita nella tecnologia formulativa, che prevede la miscelazione di sostanze parzialmente note (es. idrolizzati proteici, estratti vegetali, profumi) valutarne il risultato e correggerne per approssimazioni successive la composizione fino ad ottenere una combinazione accettabile tra le infinite possibili. Il tutto avendo a che fare con un panorama potenziale di oltre 10.000 ingredienti diversi. Quello che si chiama una problema ‘stregato’, dove ogni variabile influenza le altre, a volte in maniera incontrollata. Inoltre il chimico cosmetologo deve essere in grado di trasferire l’esperimento di laboratorio su scala industriale (dalle centinaia alle migliaia di chili per carica) con risultati riproducibili, con il minore dispendio di energia e di tempo possibile. Deve sovraintendere alle verifiche di stabilità cosiddetta accelerata (il mercato cosmetico non può attendere) e stabilire le specifiche analitiche di accettazione degli ingredienti e dei risultati delle fabbricazioni industriali.

Altri aspetti della professione riguardano l’abilità di comunicare adeguatamente con il marketing, semplificando concetti chimici e fisici non banali. Il Chimico cosmetologo si occupa di tutti gli aspetti della sicurezza d’uso dei prodotti, delle verifiche obiettive di effcacia e delle valutazioni sensoriali, uno strumento di stima scientifica della percezione dei consumatori al momento dell’impiego dei prodotti. Infine deve anche occuparsi della stesura della documentazione di sicurezza secondo le norme vigenti nei vari Paesi di commercializzazione. Naturalmente, a monte di tutto questo, c’è l’invenzione di nuovi ingredienti o, più di frequente, lo studio applicativo in cosmetica di ingredienti già usati in altri settori industriali.

 

 

Quali sono le visioni condivise dai cosmetologi a livello di orizzonti professionali e di nuove frontiere di  ricerca?

Il mondo delle possibili combinazioni tra migliaia di ingredienti è ancora in buona parte inesplorato e rappresenta una sfida continua per la sua ottimizzazione. La crescente conoscenza della fisiologia cutanea apre nuovi orizzonti alla possibilità di intervento dei cosmetici nella prevenzione dai danni ambientali e dell’invecchiamento e al mantenimento del buono stato cutaneo. La veicolazione dei principi attivi e l’attenzione crescente alla sicurezza di impiego dei prodotti, che ormai fanno parte del rituale quotidiano di ciascuno, aprono nuovi fronti alle valutazioni di sicurezza e tollerabilità. Tutto il settore della purezza degli ingredienti, non ancora normato adeguatamente dal Legislatore, richiederà grossi sforzi analitici e produttivi per l’eliminazione di impurezze problematiche, metalli pesanti e pesticidi. Tutto il settore della preservazione microbica dei prodotti, via via che i conservanti tradizionali elencati nelle leggi cosmetiche vengono eliminati per problemi di tossicità cronica, richiede nuovi approcci al problema. La crescente considerazione per il microbioma cutaneo, orami inteso come un prezioso alleato della salute, richiede la ricerca di nuove tecnologie per l’impiego adeguato di pre, pro e post biotici, mantenendone la loro attività. La difesa dall’attacco cutaneo dovuto agli inquinanti ambientali e alle radiazioni elettromagnetiche è in continua evoluzione. Il Chimico cosmetologo si sta spostando da una imbarazzante situazione di tuttologo tecnico a quella di supervisore delle tecnologie cosmetiche dedicate al benessere e quindi alla salute degli individui. Per far questo, si stanno sviluppando centri di consulenza specialistici di supporto alle aziende che non possono disporre di esperti interni.

 

 

Sostenibilità in cosmetologia: qual è la riflessione sul tema che maggiormente impatta a livello sanitario, ma anche economico, sul cittadino?

Così come il cosmetico deve rispettare l’ambiente cutaneo, è necessario che le formulazioni cosmetiche abbiano riguardo per l’ambiente. Questa sfida ha due fronti. Da un lato la ricerca di materiale di confezionamento completamente riciclabili (e riciclati), la riduzione del contenuto di plastica nelle confezioni e in generale lo studio di confezioni più semplici e a minore costo di trasporto. Dall’altro la creazione di prodotti più concentrati o addirittura solidi, per evitare il trasporto eccessivo di liquidi acquosi da una parte all’altra del pianeta.

Naturalmente si stanno studiando processi produttivi a basso impatto energetico sia per le materie prime che per i prodotti finiti. Il destino (e l’accumulo) dei prodotti nell’ambiente dopo l’uso richiederà studi di impatto ambientale molto precisi.

La chimica sta offrendo alternative all’utilizzo in cosmetologia dei derivati petroliferi a vantaggio dei derivati vegetali, con l’impiego di piante facilmente coltivabili, come il mais e la canapa. La chimica della alte pressioni e temperature sta muovendosi verso quella delle fermentazioni a temperatura ambiente, mentre l’uso dei solventi organici si sta spostando verso quello degli eutettici supersolventi.

Un grande filone di studio è il recupero di molti scarti della fliera alimentare, ricchi di principi attivi utili al settore cosmetico. Sostegno alle fonti rinnovabili è oggi la parola d’ordine in cosmetica, anche se questo non deve trasformarsi nella demonizzazione del sintetico.

 

Quali sono le azioni in capo all’ International Federation of Cosmetic Chemists e su quali “fronti” è impegnata?

La Federazione, con oltre 18.000 iscritti in 79 paesi, unisce le associazioni di Chimici cosmetologi mondiali e ha scopi, comuni a tutte le associazioni, di divulgazione delle scienze cosmetiche, la promozione di Congressi mondiali ad alto contenuto scientifico e un programma di istruzione cosmetica gratuita oltre a speaker specialistici per le piccole associazioni emergenti, alla creazione di un database di articoli relativi al settore e lavori presentati ai vari Congressi, chiamato ‘Kosmet’.

 

Un riconoscimento prestigioso per una carriera che ha lasciato il segno. Cosa sente di poter dire ai giovani che si apprestano ad intraprendere la professione di Chimico cosmetologo?

Il settore cosmetico, che frequento da 50 anni, è sempre affascinante perchè in continua evoluazione. Essendo legata agli stili di vita, la cosmetica è una scienza sociale, umana, progressivamente mutevole. E’ davvero una combinazione creativa di arte e scienza. Si dice che la cosmetica stia agli ingredienti come la poesia sta alle parole. Come mestiere chimico-artistico, richiede pazienza, fantasia ma anche continuo aggiornamento tecnico.

Se dall’esterno può apparire un settore futile, è invece la fucina del benessere quotidiano e del nostro buon rapporto con il nostro aspetto. E’ richiesta molta pazienza e intuizione, e soprattutto spirito di osservazione, capacità di passare con leggerezza dalle dimensioni di laboratorio a quelle industriali. Si impara sul campo, dove si accumulano, nel corso del tempo, più nozioni che in qualsiasi master. Poiché molti (siamo nell’epoca di Internet) si sentono autorizzati ad esprimere pareri non qualificati e anatemi pesanti sulla cosmetica, bisogna combattere ogni giorno per poter ottenere il rispetto della nostra cultura e professione, ma alla fine, con la collaborazione di molti colleghi, le soddisfazioni arrivano!