Da quando è stato istituito il premio Nobel sono tanti i chimici e i fisici nel mondo che hanno visto premiare il loro lavoro con questo altissimo riconoscimento. Guardando all’Italia, l’ultimo in ordine cronologico è Giorgio Parisi che nel 2021 lo ha vinto insieme ai colleghi Syukuro Manabe e Klaus Hasselmann per il contributo «alla comprensione dei sistemi fisici complessi».

Andando indietro nel tempo, ricordiamo Guglielmo Marconi, Nobel per la Fisica del 1909. Fu l’inventore del telegrafo senza fili e le sue ricerche posero le basi per la nascita della radio e della televisione. Enrico Fermi, uno dei pionieri dello studio su neutroni e radioattività artificiale, vinse il Nobel per la Fisica nel 1938.
Nel 1963 Giulio Natta si aggiudicò il Nobel per la Chimica insieme al collega Karl Ziegler grazie «alle loro scoperte nel campo della chimica e della tecnologia dei polimeri» e, in particolare, di cui alla polimerizzazione stereospecifica. Carlo Rubbia ha dedicato la vita allo studio delle particelle elementari e ai neutrini cosmici e venne insignito del Premio Nobel per la Fisica nel 1984 con l’olandese Simon van der Meer. Riccardo Giacconi nel 2002 ottenne il Nobel per la Fisica insieme ai colleghi Raymond Davis Jr. e a Masatoshi Koshiba per le ricerche sullo spettro magnetico.
Nonostante nel mondo delle STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) le donne risultino oggi ancora sottorappresentate, Marie Curie fu la prima donna a ricevere un premio Nobel e l’unica persona ad aver vinto due Nobel in discipline scientifiche diverse: il primo nel 1903 in Fisica, assieme al marito Pierre Curie e ad Antoine Henri Becquerel per i loro studi sulle radiazioni, il secondo nel 1911 in Chimica per la scoperta degli elementi radio e polonio.
Nel 1935, lo vinse la scienziata Irène Joliot-Curie, la figlia dei già Nobel Pierre e Marie Curie. La scienziata proseguì le loro ricerche e prese il Nobel per la Chimica assieme al marito Frédéric Joliot per aver scoperto nuovi elementi radioattivi.

 

In tempi più recenti, il premio Nobel per la Fisica è andato nel 2020 a Roger Penrose, Reinhard Genzel e alla fisica Andrea Ghez per gli studi sui buchi neri e le loro implicazioni nella comprensione dei meccanismi che regolano l’Universo.
Sempre nello stesso anno, la scoperta del funzionamento delle forbici genetiche per modificare il Dna è valsa a Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna il premio più ambito dai ricercatori di tutto il mondo.

Facendo un passo indietro ed esaminando le motivazioni legate all’assegnazione dei Nobel negli ultimi anni, non solo in Chimica e in Fisica, si può notare come i campi di sostenibilità ed economia circolare vengano tenuti sempre più in considerazione.
Ecco perché, ad esempio, nel 2018 William D. Nordhaus e Paul M. Romer hanno vinto il premio Nobel per l’Economia grazie agli studi “sull’integrazione dei cambiamenti climatici e delle innovazioni tecnologiche nell’analisi macroeconomica a lungo termine”. L’aver assegnato il premio Nobel a due teorie economiche legate ai cambiamenti climatici dimostra che la dimensione economica e quella ambientale sono ormai strettamente collegate e non possono essere prese in esame l’una scissa dall’altra.

Una delle sfide più urgenti del nostro tempo, ha sottolineato la Royal Academy of Sciences di Stoccolma, “è combinare la crescita sostenibile a lungo termine dell’economia globale con il benessere della popolazione del pianeta”. Una sfida difficile e stimolante in cui anche i Chimici e i Fisici faranno la loro parte.