Come ogni anno, nel mese di ottobre, per noi Chimici e Fisici sale la curiosità a proposito della domanda che tutti ci poniamo discutendo tra Colleghi, che talvolta sono anche amici coi quali si “scommette” bonariamente: “Chissà quest’anno a chi daranno il Nobel? E per cosa?”

Quest’anno i Premi Nobel per Fisica e Chimica, assegnati ad un giorno di distanza, sono stati attribuiti rispettivamente ai fisici James Peebles, Michel Mayor e Didier Queloz con la motivazione “per aver contribuito all’attuale comprensione dell’evoluzione del cosmo, e del posto che la Terra occupa nell’Universo“, ed ai chimici John B. Goodenough, M. Stanley Whittingham e Akira Yoshino con la motivazione di aver contribuito allo sviluppo di un “mondo ricaricabile” grazie alla loro (ormai ben nota a tutti) messa a punto delle batterie ricaricabili agli ioni di litio (Li-ion).

Cosmologia ed elettrochimica sono stati quindi i settori premiati, ma senza entrare nel dettaglio tecnologico e scientifico delle scoperte appare chiaro il significato etico e politico sotteso alla scelta dei lavori premiati, che rende a sua volta evidente il fil rouge che correla i due argomenti e li rende di estrema attualità. Si sta ponendo all’attenzione l’importanza del nostro pianeta, unico e solo finora scoperto che presenta condizioni atte ad ospitare la vita, attualmente interessato da cambiamenti climatici accelerati da cause imputabili ad attività umane. Anno dopo anno si vede anticipato l’ “overshot day”, ossia il momento in cui terminano le risorse annuali che ci offre la Terra per mantenere il nostro stile di vita, la popolazione continua a crescere, permangono e si amplificano problemi di inquinamento (emissioni in atmosfera, smaltimento di rifiuti tossici, inquinamento delle masse d’acqua da plastiche e microplastiche con conseguente morìa di fauna marina e alterazione dell’ambiente subacqueo…).

I premi assegnati quest’anno vogliono parlare non ad un’élite di scienziati, ma a tutta la popolazione del mondo invocando una sostenibilità nelle nostre abitudini, nei processi industriali e nel consumo di suolo, ed un non troppo velato richiamo all’importanza dell’economia circolare. La lezione che possiamo trarre dai Nobel di quest’anno ribadisce l’importanza del riciclo e del riuso, perché il posto che la Terra occupa nell’Universo sia ben definito, così come deve essere chiaro il suo ruolo, per ora insostituibile, di ospite della vita.

Sta anche alle nostre Professioni tradurre questa lezione in azioni concrete di supporto e controllo delle attività antropiche e dell’ambiente, oltreché in una divulgazione che sia chiara, univoca ed accessibile, così da essere efficace strumento di risveglio di quella sensibilità verso il nostro pianeta che è stata spesso sopita in special modo nell’ultimo secolo.

 

Dott. Chim. Ir. Roberta Giacometti

Consigliere FNCF