Ci avete fatto caso? Più il Natale si avvicina, più sulla scrivania aumentano le scadenze e i lavori da chiudere. Il traguardo delle vacanze è lì, a due passi, ma sembra che i giorni non passino mai. Eh sì, novembre è un mese molto impegnativo… duro come il protagonista di questo articolo: il tungsteno, chiamato anche wolframio. È un metallo di transizione, pesante e dalle buone proprietà reologiche. Si trova in numerosi minerali, tra cui la wolframite e la scheelite, e quando è puro si taglia molto facilmente. Tra tutti i metalli esistenti, ha la più alta resistenza alla trazione a temperature oltre i 1650°C. Resiste molto bene anche alla corrosione ed è intaccato solo debolmente dalla maggior parte degli acidi minerali.

Oggi, la disponibilità di tungsteno è critica, così come evidenziato dalla British Geological Society. Per tanto tempo la Cina ha prodotto circa l’85% della fornitura mondiale, ma negli ultimi anni Pechino ha iniziato una politica di contingentamento del metallo verso l’esterno, limitando le esportazioni, per favorire la fornitura alle proprie industrie. Un dato molto significativo, perché se molti conoscono l’utilizzo del tungsteno soprattutto nel passato per la realizzazione dei filamenti delle lampadine a incandescenza e fluorescenza, non tutti pensano al suo ruolo centrale per tanti prodotti del nostro quotidiano. Qualche esempio? È attualmente essenziale per i macchinari a raggi-X, le lenti per macchine fotografiche, le automobili, gli aeroplani, i telefoni e i radar. Ricordiamo che è usato anche per la fabbricazione del materiale metalloceramico denominato widia, realizzato per sinterizzazione e sfruttato per le sue elevate caratteristiche di durezza, simile a quella del diamante, e di resistenza all’usura per la costruzione di taglienti per macchine utensili e per filiere.

Un breve elenco che comprende solo una piccola parte dei suoi campi di applicazione.

Il breve profilo di un metallo così pesante non poteva che chiudersi con una notizia leggera. Nel recente passato sono stati scoperti diversi lingotti d’oro falsi, ovvero in tungsteno placcato con una sottile lamina d’oro puro. Nella realizzazione dei lingotti falsi, la scelta di questo metallo non è casuale: ha un peso specifico molto simile a quello dell’oro (la densità dell’oro è di 19.320 kg/m³, mentre quella del tungsteno è di 19.250 kg/m³), ma ovviamente costa molto meno. La conclusione? È impossibile distinguere dal solo rapporto peso/volume un lingotto d’oro da uno di tungsteno.