Nel corso della prima giornata di Accadueo, mostra internazionale dell’acqua che si è tenuta a Bologna dal 17 al 19 ottobre, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Chimici e dei Fisici ha organizzato il convegno “IL RUOLO DEL CHIMICO PER LA TUTELA DELLA SALUTE NEL SETTORE IDRICO”, per esaminare diversi aspetti della Chimica nell’ambito della salute. Sono state approfondite diverse tematiche per mettere in evidenza come tutte le attività svolte dal Chimico abbiano sempre avuto un risvolto sulla sicurezza e sulla salute del cittadino anche nel settore di gestione e tutela delle acque. I cambiamenti climatici ed il crescente fabbisogno agricolo richiedono l’adozione di un utilizzo sostenibile delle risorse idriche. L’ONU è fortemente preoccupata di garantire a tutti l’accesso all’acqua. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità sancisce l’importanza della qualità dell’acqua per assicurare la salute. L’acqua non è un prodotto commerciale, come evidenziato dal Dott. Chim. Renato Soma, Consigliere della FNCF, nel suo intervento, bensì un patrimonio da proteggere e tutelare. Le direttive europee sono indirizzate alla protezione dell’acqua e alla qualità dell’ambiente ad essa connesso e prendono in considerazione diversi aspetti, dalla balneazione alle acque reflue, a quelle destinate al consumo umano.

L’ultimo decreto ministeriale del 14 giugno 2017, che recepisce la direttiva UE n. 1787/2015 sulle acque per il consumo umano introduce un nuovo approccio basato sul “risk management“ applicato all’intero processo di produzione, dalla captazione al rubinetto. La definizione di un piano di controllo dell’acqua viene parametrato sulla base del rischio e della fragilità del sistema, valutazione che deve rispettare i contenuti della norma EN 15975-2 e/o le linee guida dell’ISS secondo il modello Water Safety. Anche il Dott. Chim. Marco Bascapè Consigliere dell’Ordine dei Chimici e dei Fisici della Provincia di Pavia, si è soffermato sulla suddetta normativa italiana e sulla necessità di puntuali controlli ed analisi sulla qualità delle acque.

L’importanza del Chimico viene sancita e confermata quindi con forza dallo stesso decreto in relazione alla valutazione del rischio ma non solo, decreto che stabilisce delle specifiche per l’analisi dei parametri chimici che devono essere conforme alla Norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018.

In linea più generale la valutazione del rischio a tutela della salute umana su tutta la filiera idropotabile, i parametri ed i loro limiti nell’ottica del principio di precauzione, una corretta e competente informazione alla popolazione, rientrano tra i compiti del Chimico a maggior ragione oggi che con la Legge N.3 del gennaio 2018 (decreto Lorenzin) la professione del Chimico viene riconosciuta come professione sanitaria.

Il Dott. D’Ambrosio della società BWT si è soffermato sulle tecnologie attualmente disponibili ed impiegabili per la rimozione di Cromo esavalente nelle acque destinate al consumo umano. Con la pubblicazione del Decreto del 14 novembre 2016 il panorama legislativo nazionale ha ridotto la concentrazione massima di cromo esavalente nelle acque destinate al consumo umano da 50 microg/l (limite prescritto dal D. Lgs. N. 31/01) a 10 microg/l, introducendo inoltre l’obbligo di ricerca del cromo esavalente nei casi in cui il cromo totale superi i 10 microg/l.

Anche il Dott. Chim. Edoardo Agusson ha presentato una interessante relazione sulla determinazione delle sostanze perfluoroalchiliche (meglio note come PFAS) nelle acque, mettendone in evidenza le criticità a fronte degli innumerevoli composti di origine industriale. “L’argomento è di particolare criticità ed attualità visto che importanti aree del paese ed in particolare in provincia di Vicenza sono interessate da diffusi inquinamenti della falda causa lo sversamento di tali prodotti su vaste aree agricole”.

La Dott. Chim. Sonia Dall’Ara del Centro Ricerche Marine nonché Consigliere dell’Ordine Interprovinciale dei Chimici e dei Fisici dell’Emilia Romagna , ha approfondito il ruolo del Chimico nella pianificazione dei monitoraggi per la tutela della salute anche in un settore non così scontato per un Chimico per il controllo delle fioriture algali di cianobatteri ed alla individuazione di appositi protocolli per la ricerca di cianotossine tossiche nelle acque superficiali, dolci e salate.

Parimenti la Dott. Chim. Daniela Aita, Consigliere della FNCF, si è concentrata sull’aspetto della prevenzione ed il controllo della legionella negli impianti idrici.

Il rischio legionellosi negli impianti idrici è un aspetto da non sottovalutare; infatti si sono verificati in molte realtà nazionali problemi alla salute umana che in alcuni casi ha causato anche dei morti.

Le legionelle sono presenti negli ambienti acquatici naturali, come le acque termali, fiumi, laghi, fanghi.

Da questi ambienti esse raggiungono quelli artificiali, come le condotte cittadine e gli impianti idrici degli edifici, i serbatoi, le tubazioni, le fontane e le piscine, che possono agire da amplificatori e disseminatori del microrganismo.

Dalla giornata dei lavori, coordinati dal Dott. Chim. Mauro Bocciarelli, Consigliere – Tesoriere della FNCF – è emerso che sia nel monitoraggio e controllo degli scarichi produttivi che nel controllo e garanzia della risorsa idrica per uso idropotabile è fondamentale rivolgersi a professionisti Chimici per la competenza tecnica, analitica e di processo – ed in particolare perché la competenza richiesta costituisce un fattore imprescindibile per la tutela della salute pubblica.

Dott. Chim. Mauro Bocciarelli