Il 20 maggio la Federazione celebrerà la Giornata del Chimico e del Fisico presso il Ministero dell’Agricoltura, attraverso un convegno dedicato alla Sicurezza degli alimenti e delle acque. Il dottore in chimica Mauro Bocciarelli, tesoriere della Federazione, contribuirà con un intervento dedicato alle «acque per consumo umano: evoluzione normativa e prospettive».

Quali sono le principali novità introdotte dalla più recente normativa europea in materia di acque destinate al consumo umano?

«Mi concentrerò principalmente sul Decreto legislativo 23 febbraio 2023 n. 18 in Attuazione della direttiva (UE) 2020/2184 del Parlamento europeo e del Consiglio – spiega il dottor Bocciarelli -, del 16 dicembre 2020, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano in rapporto anche alla sicurezza alimentare. Di seguito alcuni  elementi di particolare rilievo che meritano di essere evidenziati sono: modifiche alla natura ed aggiornamento dei parametri chimici; valutazione dei rischi attraverso i Piani di Sicurezza Acqua; valutazione dei rischi legati alla distribuzione nel tratto di distribuzione interno agli edifici; comunicazione efficace e trasparente ai cittadini; migliorare l’accesso all’acqua; requisiti minimi di igiene per i materiali a contatto con l’acqua potabile».

In che modo queste nuove direttive europee influenzano il lavoro quotidiano degli operatori del settore idrico e degli enti di controllo?

«Certamente costituiscono un passo avanti per migliorare la gestione della risorsa idrica e forniscono indicazioni e prescrizioni per i gestori del servizio idrico integrato e sono pure importanti per le attività produttive ed in particolare per il  settore agroalimentare di cui si parla in questa giornata di lavoro ed approfondimento. I Chimici e i Fisici, quali professionisti sanitari, sono e saranno sempre più coinvolti in questi processi di gestione, controllo ed analisi della risorsa e della sua tutela e quindi, della salute pubblica».

 Quali sono le maggiori criticità attuali nella gestione delle acque potabili in Italia?

«Il territorio nazionale presenta una elevata varianza di situazioni sia territoriali che gestionali. Aumenterà nel sud il fabbisogno idrico ma anche al nord si potranno avere criticità legate ai cambiamenti climatici. La siccità al sud potrà essere contrastata con infrastrutture di contenimento delle acque di pioggia e/o potenziando gli impianti di desalinizzazione dell’acqua di mare. Poi esiste un problema della frammentarietà delle gestioni del servizio idrico; occorre superarlo affidando il servizio idrico a gestori strutturati che possano operare in modo professionale non a livello comunale ma almeno a livello di bacino e/o provinciale».

Lei parlerà anche di “prospettive” per le acque a uso umano: quali sviluppi tecnologici o gestionali ritiene più promettenti per il futuro?

«Come accennavo, occorrono gestori industriali che operano a livello sovra-comunale. Inoltre andranno incentivate e premiate iniziative di uso plurimo dell’acqua anche depurata e affinata nonché il riuso della stessa per scopi irrigui o meno pregiati».

Qual è il ruolo della comunicazione al cittadino nella percezione della sicurezza delle acque? Cosa si può fare per migliorare la fiducia pubblica?

«È fondamentale comunicare ai cittadini quali sono gli aspetti dell’uso e del risparmio della risorsa idrica. Nel decreto Legislativo N° 18 è stata prevista la costituzione della struttura AnTea, le cui principali finalità consistono nell’assicurare la disponibilità delle informazioni sull’accesso all’acqua e sulla qualità delle acque al punto di utilizzo – a partire dalle risorse idriche nell’ambiente e lungo l’intera filiera di trattamenti e distribuzione».

«Le finalità sono: assicurare l’acquisizione, l’elaborazione, l’analisi e la condivisione di dati di monitoraggio e controllo relativi alla qualità delle acque da destinare e destinate a consumo umano, funzionali all’attuazione del D.Lgs 18/2023; assicurare la comunicazione, l’integrazione e la condivisione dei dati tra le Autorità ambientali e sanitarie competenti a livello nazionale, regionale e locale, e tra queste e gli operatori del settore idro-potabile; garantire un idoneo accesso al pubblico delle informazioni. Anche i Gestori del servizio idrico integrato dovranno rafforzare la comunicazione rispetto ai loro clienti».